CONFINI – ADRIANA LUPERTO – 23 marzo/13 maggio 2023
“Ci sono luoghi nella mia vita in cui sono arrivata in punta di piedi, poco per volta, come in sogno. Altri che sono apparsi come un’esplosione improvvisa. E, sempre, mi sono trovata di fronte a un paesaggio sconosciuto, inaspettato”. Così l’artista salentina, Adriana Luperto ci introduce alla sua nuova mostra, CONFINI, che inaugura alla Crumb Gallery, Firenze, giovedì 23 marzo alle 18.00.
Adriana Luperto espone, in questa sede, una serie di dipinti di vario formato che raffigurano paesaggi, lande desolate, segnate brevemente da alcuni elementi come case, alberi, sporadiche figure umane. Mette in scena quell’attimo immobile e incantato in cui l’aria si fa rarefatta e il silenzio assoluto; quella condizione di pura sospensione, in bilico tra un sentimento di angoscia, di paura dell’ignoto, e la speranza di un passaggio, di una trasformazione da uno stato a un altro, sia pur fisico. In questa serie di oli su tela, emerge la percezione e la sorpresa dell’inconoscibile, l’incognita di incontrare in qualsiasi momento l’altro: l’altro da sé, il Paese straniero, la fine in vista di un nuovo inizio. Sono luoghi che affiorano dalla nebbia o che scompaiono affogati nel crepuscolo, metafore dei tanti cambiamenti cui ti costringe l’esistenza stessa. Luoghi assoluti eppure effimeri. Sono confini da attraversare, come in un romanzo di Joseph Conrad, in cui la luce sfarfalla una volta ancora per poi spegnersi e diventare buio fitto.
Sono le terre che la Luperto vive quotidianamente e che fanno parte della sua esistenza, da un lato quelle del Salento, dominate dal sole e dal mare, dall’altro della Toscana con le sue colline, la sua campagna più morbide e malinconiche.
ALL YOU CAN FUCK – ADRIANA LUPERTO – 8 Marzo/8 aprile 2021
“All you can fuck” è il nome dei bordelli a tariffa forfettaria, a disposizione di uomini in cerca di sesso a pagamento, che troviamo a Berlino e un po’ ovunque in Germania, dove la prostituzione è legale fin dagli inizi del Duemila. Sono luoghi in cui, oltre al cibo, per 90-130 euro, puoi “consumare” le sex workers, ragazze costrette anche a decine di rapporti al giorno, dalle 16 alle 3 di notte. Adriana Luperto – una delle anime fondatrici della Crumb Gallery e del suo progetto dedicato esclusivamente al promuovere l’arte al femminile – racconta attraverso una serie di acquerelli su carta di riso, una tecnica dal tocco delicato, le molte storie che tutti i giorni si consumano con orrore sulla pelle di tante donne di etnie diverse, italiane, nigeriane, rumene, bulgare, ungheresi. “Ho letto libri, parlato con donne che si sono prostituite, ascoltato racconti quasi dell’orrore sulla vita che sono state costrette a fare: quello che sappiamo sulla mercificazione del corpo di una donna è nulla di fronte all’enormità della realtà.” Ci racconta l’artista. “Non ho voluto riportare tutto questo: ho voluto far vedere la loro bellezza, la loro sensualità, che c’è, sempre, a prescindere da tutto”. In questi acquerelli, la figura dell’uomo è una presenza/assenza, manca quasi sempre o meglio, la troviamo di spalle, defilata, spettatore muto anche se di fatto ne è il vero protagonista che, all’interno dell’esposizione, la sound editor Francesca Sandroni è riuscita ad evocare in maniera convincente con un’installazione sonora.
TRA TERRA E CIELO – ADRIANA LUPERTO – 30 maggio/30 giugno 2019
Le 30 opere su carta di riso e cartoncino esposte nella mostra “Tra terra e cielo” raccontano di cieli sconfinati dove si librano a velocità e altezze da vertigini creature libere dalla gravità e dal peso della terra e del terreno, dove il confine si perde o forse neanche esiste. L’infinito del mare che nelle sue abissali profondità nasconde segreti inesplorabili e inesplorati che nel buio della notte somigliano a barconi di disperazione o, forse, nei riflessi della luna, alla solitudine che passa e veloce scorre via, come le onde che si infrangono su spiagge lontane lasciando che la spuma per un attimo giochi con le superfici. Scorci di un blu accecante, il cielo. E abissi che si spalancano inquietanti e sconvolgenti, la terra. Sono banchine, campi, binari, strade, paesaggi, città. Con figure solitarie che l’attraversano. E neve, sabbia, nebbia che la ricoprono o vi aleggiano intorno, dentro. Il dialogo incessante tra un immanente e un trascendente intrecciati indissolubilmente tra loro eppure destinati a non incontrarsi mai, confini fusi eppure irrimediabilmente persi, fonte e origine della creatività, della fecondità e in un certo senso anche della paura, sono al centro del linguaggio di Adriana Luperto. E questi acquerelli lo dimostrano. Uno per uno. Certo, sono paesaggi. Ma guardateli bene. Osservateli. Andategli vicino. Levate la maschera. Togliete il velo. Non abbiate paura. Ed ecco l’anima nascosta della città, delle nostre città, dei nostri momenti, dei nostri arrivi in stazione, del nostro affacciarsi dalla finestra, del lungomare d’inverno, di un albero che attende la primavera, di un paesaggio dall’alto, osservato da una finestra, delle nostre mille solitudini, del nostro osservare la vita per darle un senso, per renderla dritta, accettabile, capace, con il misero, miracoloso, come diceva Isaiah Berlin, legno storto dell’umanità. Eccola là. È tutto lì: in quei colori rassicuranti, in quelle storie ben nascoste dietro linee e figure tranquillizzanti. Che nascondono l’anelito infinito e incessante dell’incontro tra terra e cielo.