


VENUS for CRUMB: Antonella Casazza, Loredana Galante, Marta Mez – 8 – 22 marzo 2025
Crumb Gallery, a Firenze, ospita, da sabato 8 al 22 marzo 2025, il comitato di Venus in Furs, con le opere di Antonella Casazza, Loredana Galante, Marta Mez, tre artiste, tre amiche che il comitato, così si definiscono, hanno ideato e fondato.
Venus in Furs, di base a Milano, nasce con lo scopo di creare una rete che coinvolga in progetti espositivi nuove artiste, nell’ottica di un’apertura verso l’inclusione di diversi linguaggi e tematiche. Il comitato prende il nome dal romanzo, del 1870, di Leopold von Sacher-Masoch, dove il protagonista Severin racconta della propria devozione assoluta per Wanda, che lui identifica con Venere, dea dell’amore. Severin tiene al centro della sua stanza un dipinto, ispirato alla Venere allo specchio di Tiziano, una Venere del nord che indossa solamente una pelliccia, e che, secondo le sue fantasie, è l’incarnazione della donna perfetta. Wanda però si ribella dissociandosi da quel modello, per spogliarsi dalla pelliccia che la imprigionava in un ruolo. Venus in Furs è in misura più profonda la definitiva affermazione del desiderio di esprimersi, della forza di resilienza del femminino, dell’istinto creativo come energia vitale, fonte di ispirazione e spinta generatrice. E Crumb Gallery e Venus in Furs si ritrovano nell’obiettivo comune di sostenere e promuovere l’arte al femminile.
Le opere scelte per quest’occasione rispecchiano le differenti anime delle tre fondatrici del comitato. Antonella Casazza, nei suoi lavori, che siano dipinti o istallazioni, usa un linguaggio favolistico che a volte vira vero il noir e il grottesco, lo stile fantasy e surreale, al tempo stesso. Rappresenta un mondo in bilico tra realtà e fantasia, frammenti di emozioni e suggestioni rielaborate in totale libertà espressiva. Nella serie di acrilici su tela, Il mio giardino, che qui presenta, il giardino è vissuto come metafora della psiche, così come professava James Hillmann, il grande psicologo e filosofo americano. Tutto ciò che accade nel giardino, nell’arco delle stagioni, accade anche nella psiche umana. L’anima, come il giardino, “va fatta”, per usare un’espressione cara a Socrate, nel senso che va coltivata. “Richiede attenzione. Richiede bellezza, richiede apprendimento”.
Loredana Galante non è vincolata a un medium specifico, nella sua produzione artistica spazia dall’installazione alla performance, dal disegno alla pittura, ai ricami. Si muove nello spazio della Relazione includendo la sensibilità verso l’altro ed il mondo fenomenologico delle emozioni. Con un linguaggio ludico, ironico sdrammatizza ansie e desideri personali come: l’amore, la famiglia, la dipendenza emotiva e l’abbandono. L’artista ricerca un tempo lento, consapevole, in ascolto, un tempo dell’assimilazione e della riformulazione costruttiva. Rammenda, riabilita, includendo l’altro da sé in un unico racconto con la ritualità di una curandera. I suoi dipinti sono tapisserie in cui compiere itinerari tra oggetti, racemi, animali complici di qualche sortilegio, di un rituale che nello scompiglio cerca di rimettere ordine.
Le pittura, invece, di Marta Mez propone una visione architettonica che si distingue per le sue facciate di palazzi, elementi che sembrano raccontare storie nascoste, immergendoci in un’atmosfera metafisica. Le sue opere, caratterizzate da luci e ombre che rimandano ai celebri quadri di Edward Hopper, catturano l’attenzione per la loro capacità di evocare atmosfere di solitudine e introspezione. Ogni facciata diventa un palcoscenico su cui si svolgono scene di vita quotidiana, invitando lo spettatore a riflettere sul concetto di spazio e sull’importanza dell’architettura nella nostra esistenza.